Tutto ha un inizio e se devo ricondurre ad un giorno l’inizio della storia del B-side mi vengono in mente un giorno ed un luogo ben preciso: Andonno 1996. Come tante altre volte io e Marzio ci troviamo per scalare, ma quella non è la solita giornata di arrampicata.
Era già da alcuni anni che tutti e due lavoravamo con l’arrampicata in due piccole realtà separate; Da sempre durante l’Isef, che abbiamo frequentato insieme, si pensava che riuscire a lavorare con la nostra grande passione e vicino ad appassionati come noi, sarebbe stato l’unico modo di lavorare nello sport realizzandoci ap pieno. Dopo qualche anno passato, ahimè, a tenere corsi di ginnastica tonificanti a signore cellulitiche e preparare schede a “marcantoni” da spiaggia, era arrivato il momento di provare a rischiare, lanciandoci in qualcosa che ai i tempi era assolutamente innovativo, perlomeno in Italia: un grande centro d’arrampicata specializzato. Dopo un tour illuminante a caccia di idee per i muri più importanti del sud della Francia, partiamo con la costruzione e in 2 mesi di gran lavoro da “tutto fare” improvvisati, l’idea di quel giorno ad Andonno è realizzata. Nel gennaio ’97 in Corso Bramante 58/7, nasce l’Associazione sportiva B-side nella sua prima versione. B-side come “back side” ovvero la schiena, che ciascuno di noi quando scala, dà a chi ci guarda, ma soprattutto b-side come il lato b di questo sport, ”l’altra faccia dell’arrampicata”, quella che volevamo proporre noi: indoor, fatta di pannelli e prese in resina, praticata in città e in cui tutto era fatto e pensato solo per l’arrampicata, la didattica, l’allenamento i corsi le uscite; ed infine B-side perché suonava bene..
Racconto questo episodio poichè la Rover (proprio la casa automobilistica) ,a sua insaputa, ha dato un apporto fondamentale al nostro progetto. Ecco come è andata:
Macchina n°1
Era il periodo in cui il B-side era ancora in fase embrionale e ci stavamo organizzando per partire. Passeggiando casualmente per Piazza Vittorio, scorgo in fondo un muro d’arrampicata, montato in quell’ occasione per una campagna promozionale itinerante dell’ultimo modello di Rover. L’invito era troppo allettante per non coglierlo e diceva circa così: ”Cronometra la tua scalata e vinci un Rover”. Come spesso capita quando le cose appaiono così semplici, la diffidenza e i dubbi che ci sia qualcosa sotto, prende il sopravvento: “possibile si possa vincere una macchina così facilmente?” Non avendo nulla da perdere faccio comunque la mia prova in scarpe da ginnastica e segno il miglior tempo..
Dopo qualche mese vengo invitato alla finalissma al Motorshow dove i primi cinquanta tempi d’Italia si sarebbero giocati l’ ambitissima macchina. La vinco! La vendo, e col ricavato riesco a far fronte alle spese della costruzione del b-side.
Macchina n°2
A distanza di due anni la Rover ripropone l’iniziativa sempre promuovendo lo stesso modello. Da subito si capisce che l’impresa non sarebbe stata facile come la precedente, poichè la voce oramai era girata e avremmo sicuramente trovato avversari più agguerriti… In quel periodo nel 1999 stavamo pensando di allargarci ingrandendo il muro e prendendo un pezzo in più del capannone che occupavamo. Insomma, qualche soldino in più ci avrebbe fatto proprio comodo.
Io e Marzio allora decidiamo di allearci per correre in squadra, raddoppiando così le possibilità di riuscita. Chi dei due avesse vinto la macchina avrebbe messo il ricavato a disposizione dell’ampliamento. Obiettivo ideale era dunque finire proprio noi due a contenderci la macchina nella finale di Reggio Emilia per vincerla in scioltezza e senza troppe pressioni. ”Sfiga delle sfighe” ha voluto che su ben 50 finalisti sorteggiassero per l’eliminazione diretta al primo turno proprio noi due! Primo turno: Marzio scivola, passo io il turno e purtroppo fin da subito uno dei due esce di scena. Nella finale trovo un avversario agguerritissimo: “CANON” Zardini, che aveva rinunciato a partecipare ai campionati Italiani ,che si disputavano lo stesso giorno, in seguito alla distruzione della sua auto! Fortunatamente il mio avversario si dimostrò più bravo a ripetere gli 8c, che non ad arrampicare in velocità. Tutto finisce nel migliore dei modi per noi e per il b-side e come avevamo sperato ci portiamo a casa la Rover n°2!
Ed è così che nel 1999 nasce la seconda versione del Bside con 300 mq in più di superficie a terra e un grande muro nuovo.
L’idea innovativa era portare in Italia il concetto di “Salle d’escalade” che in Francia aveva già preso piede da qualche anno. Quindi sviluppare in grande e per tutti quello che in Italia fino ad allora era stato concepito solo come muro di allenamento casalingo e che pochi forti scalatori possedevano in cantina o in solaio (mitico, per esempio, il muro di Walter Vighetti in Val di Susa).
Questo nuovo concetto di muro d’arrampicata consisteva in:
Tra tutti gli eventi organizzati dal team B-side il “Blocco Mentale” nelle sue tre edizioni (Dicembre 1999-2000 e 2001) è probabilmente il più rappresentativo. Nato inizialmente come la festa sociale di Natale ha preso poi una piega ben più importante.
Fin da subito siamo andati in cerca di eventi legati all’arrampicata che non fossero semplicemente delle gare ma soprattutto un pretesto per unire più gente possibile dai livelli più disparati. Cominciando dalle due maratone su roccia in Falesia (organizzate ai Tornetti nel 1998 e nel 1999) passando ai “Blocco Mentale” e arrivando ai raduni sui blocchi outdoor (Cubo, Levi, Chiomonte)
L’idea vincente del “Blocco Mentale” è stata importare dalla Francia il sistema di gare ad autocertificazione, sistema ora noto e diffuso ovunque. Con questa formula ci siamo ritrovati fin dalla prima edizione del “Blocco Mentale”, nel dicembre 1999, ad arrampicare tutti insieme fianco a fianco con personaggi mitici del panorama internazionale di quel periodo: Tribout, i fratelli Petit, Lombard, Lamiche, Brenna ,Gnerro, Core, Calibani, Meyer, Crespi, Bodet, Lavarda, Giammarco etc…
Gli obiettivi di un’ attività come la nostra a prima vista si potrebbero limitare a seguire/occuparsi dei soci all’interno della sede. Da subito, invece, non abbiamo perso l’occasione di unirci a coloro che già da tempo si occupavano in città di promuovere l’intero movimento alpinistico (CAI) nel tentativo di diffondere la nostra passione comune. È stata anche un pò l’occasione per unire due ambienti diversi, quello più alpinistico e quello più prettamente sportivo che spesso inevitabilmente si toccano e si sovrappongono.
Nel tentativo di fare un po’ di “cultura di montagna”, facendoci promotori di serate legate all’uno e all’altro ambiente nel corso degli anni sono passati personaggi mitici come P. Edlingher, R.Larcher, Lynn Hill, M.Oviglia, Glowacz, Simone Moro, Bubu Bole, Cristian Core, Gogna e tanti altri…
Nell’inverno 2004 veniamo “invitati” a lasciare i locali di Corso Bramante.
Dopo un momento di impanicamento generale non ci resta che metterci subito a cercare una nuova sede.
Giugno 2004. Firmiamo finalmente il contratto di locazione in Via Ravina 28.
Il locale da subito ci aveva convinti per il suo potenziale. I suoi 1200 mq ci avrebbero permesso di mettere in pratica tutte le nostre idee.
Per questa impresa è stato necessario unire le forze e comporre una nuova squadra. Stefano “Stecca” si unisce a me e Marzio nella gestione della sala di arrampicata, Marcello si occupa di allestire e gestire il Bar (Break Side) ed Elio si prende in carico il punto vendita interno.
Tutti insieme dunque mettendo in gioco un dispendio mostruoso di energie fisiche, anche dovute ad un budget non proprio proporzionato alla grandezza e all’importanza del progetto, lavoriamo in prima persona per dare alla luce, dopo praticamente nove mesi di gestazione, il nuovo B-side.
L’apertura, anche se parziale, del nuovo centro avviene a novembre 2004, ma solo nell’estate 2005 riusciamo a completare il progetto iniziale con la costruzione dell’ultimo muro previsto.
Il nuovo capannone con i suoi spazi ci permette di sviluppare molto meglio aspetti tralasciati in passato.
Attività giovanile: un nuovo spazio concepito proprio per loro, ci permette di sviluppare l’attività di “gioco arrampicata” con i bambini a partire dai 4 anni con un successo sempre crescente fini ad arrivare ad oggi con tutti i gruppi pomeridiani pieni.
Sviluppiamo ed investiamo nei gruppi sportivi giovanili (U10 – U20) che girando per l’italia a gareggiare sono ai vertici nelle classifiche individuali e a squadre dal 2007.
Centri Estivi: proponiamo una valida e organizzata alternativa di attività estiva alla fine del periodo scolastico.
Scuole: la mattina sempre più scuole sono interessate a proporre agli studenti la nostra attività anche grazie ad una convenzione in essere col Comune di Torino.
Gare Federali: a partire dal 2004 ogni anno l’associazione si impegna nel organizzazione di gare federali sia per adulti che giovanili.
CAT (Palabraccini): con Cus e Sasp torino, dal 2009 ci siamo uniti nella gestione collettiva del palazzetto D’arrampicata costruito dal comune di Torino in Via Braccini 18. Una vera e propria falesia sotto una campana di vetro. Questa co-gestione ci da l’opportunità di utilizzare l’impianto con in nostri gruppi sportivi.
Disabili: da anni siamo impegnati anche in questa attività collaborando con varie cooperative. Abbiamo potuto apprezzare l’enorme potenziale dell’arrampicata anche in questo ambito con grandi soddisfazioni.
È il titolo che abbiamo voluto dare alla celebrazione di questo importante compleanno.
Effettivamente siamo riusciti non solo a non scendere, ma sopratutto a non cadere, in questa lunga scalata durata venti anni. Il 19 maggio 2017, cinque super stars del calibro di Megos, Ghisolfi, Bombardi, Hukkatavail e Gullsten sono stato i protagonisti di un epica e incredibile festa, caratterizzata dall’ entusiasmo di tanta e tanta gente che si riunita per l occasione, creando un atmosfera ed energia unica e difficilmente ripetibile..
Crediamo, nel nostro piccolo, di aver dato un contributo a sviluppare un movimento che negli anni è cresciuto tanto da poter essere ora definito “di massa” e confermato anche dall’introduzione dell’arrampicata alle prossime Olimpiadi di Tokyo nel 2020. Nel frattempo grandi impianti modernissimi per l’arrampicata sportiva sono spuntati come funghi in giro per il mondo. Ovviamente noi non possiamo competere con questi colossi milionari, ma possiamo offrire l’unicità di uno spazio in cui si respira la storia di questo sport, la stessa passione di sempre, la competenza e l’esperienza di venti anni di vita…